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Come pulire i rulli Anilox?

Date: 27 Luglio 2023 | Category: Consigli pratici

L’accurata rimozione dei residui di inchiostro dai rulli Anilox è fondamentalmente per ottenere una stampa flessografica di alta qualità. Sul mercato esistono diverse alternative per la pulizia di questi rulli, ma non tutte offrono i risultati ottimali e l’efficienza di processo forniti dalle macchine lavapezzi.

Cosa sono i rulli Anilox?

I rulli Anilox sono uno dei componenti principali delle macchine da stampa flessografica, impiegate per la produzione di etichette adesive e carta-colla, sacchetti di plastica e imballaggi. All’interno della pressa da stampa, il rullo Anilox ha il compito di trasportare il necessario quantitativo di inchiostro dal rullo inchiostratore – che lo preleva direttamente dalla vaschetta – al cliché – una specie di timbro su cui è incisa a rilievo l’immagine da stampare.

Per svolgere il suo lavoro al meglio, la superficie del rullo Anilox è ricoperta da micro-cellette che si riempiono di inchiostro a contatto con il rullo inchiostratore e che sono in grado di trattenerne il giusto quantitativo – aiutate anche dall’intervento di una specie di lama (detta racla) che elimina l’inchiostro in eccesso – fino al passaggio al cliché.

Grazie alla collaborazione di rullo Anilox e racla, solo la corretta quantità di inchiostro viene passata al cliché così da evitare possibili sbavature e quindi massimizzare la qualità di stampa, ma anche minimizzare gli sprechi.

Perché pulire i rulli Anilox?

Le cellette che caratterizzano la superficie dei rulli Anilox devono essere sempre perfettamente pulite per evitare eventuali contaminazioni di colore e malfunzionamenti del rullo stesso: se non rimossi, infatti, accumuli infinitesimali di inchiostro possono inficiare a lungo andare il corretto riempimento delle cellette, portando a risultati di stampa non ottimali.

La problematica che molti stampatori si trovano ad affrontare è che pulire cellette di dimensioni microscopiche può essere complesso senza una soluzione professionale. Se la superficie liscia e regolare del rullo inchiostratore può essere pulita efficacemente con panno e diluente, la situazione è ben diversa per il rullo anilox, per il quale una simile soluzione sarebbe del tutto insufficiente.

Inoltre, soprattutto nel caso di rulli Anilox in ceramica, una manipolazione manuale può essere poco indicata a causa della delicatezza del componente da pulire.

Infine, visto il potenziale impatto del rullo Anilox sulla qualità di un alto numero di stampati, può essere preferibile optare per una soluzione di lavaggio automatizzata che elimini il fattore umano dall’equazione.

Ma quindi come possiamo pulire i rulli anilox?

Metodi di pulizia dei rulli Anilox

Come accennato in precedenza, le soluzioni di lavaggio fai da te sono assolutamente da evitare per ottenere un buon risultato di pulizia dei rulli Anilox e quindi una buona qualità di stampa.

Negli anni, infatti, sono state sviluppate numerose tecnologie per rispondere – in maniera più o meno soddisfacente – a questa esigenza: un esempio è la pulizia con polvere di bicarbonato di sodio, una specie di sabbiatura molto delicata che però può lasciare residui all’interno delle cellette; un altro esempio è la pulizia al laser che regala risultati davvero ottimi, ma con costi piuttosto elevati e necessità di alto livello di esperienza degli operatori.

La soluzione più semplice ed efficace per la pulizia dei rulli Anilox è il lavaggio in apposite macchine lavapezzi automatiche con detergenti a base acqua. Queste macchine permettono di ottenere risultati di pulizia standardizzabili e liberare tempo prezioso, visto che l’operatore può dedicarsi ad altre attività una volta avviato il ciclo di lavaggio.

Inoltre, le diverse tipologie di macchine esistenti permettono di ottenere risultati ottimali di pulizia anche nel caso di inchiostri particolarmente resistenti: le lavatrici lavapezzi a cestello rotante sono una soluzione vincente nella maggior parte dei casi, ma se fosse necessaria maggiore potenza pulente è possibile ricorrere ad una vasca ad ultrasuoni in grado di raggiungere i punti meno accessibili con le sue cavitazioni (delicate micro-esplosioni che si generano nel detergente grazie alle onde ultrasoniche, creando un’efficace azione di sfregamento meccanico).

Infine, al contrario delle apposite macchine lavarulli, le lavapezzi sono più versatili e possono essere utilizzate per pulire – volendo in un unico ciclo di lavaggio automatizzato – anche calamai, cliché e rulli inchiostratori al fine di massimizzare l’efficienza del processo di pulizia e manutenzione con un solo macchinario.